domenica 27 ottobre 2013

Nel ricordo di Madre Chiarina Pezzuto

È vero che di Madre Chiarina, per l’età avanzata, non ci si poteva attendere un prolungamento ultracentenario, ma è altrettanto vero che pochi giorni prima, in visita a Lecce per l’inaugurazione di Casa Madre, nulla faceva presagire la conclusione così repentina ed improvvisa dell’iter terreno.
È deceduta il 10 settembre u.s. dopo un tentativo di ricovero in ospedale e l’11 settembre, nel Santuario “San Filippo Smaldone” in Lecce, alla presenza di molte sorelle, parenti e numerosi sordi, accorsi da ogni parte, sono stati celebrati i funerali della nostra amata Madre Chiarina.

Ha presieduto la Celebrazione Eucaristica S. Ecc.za Mons. Domenico D’AMBROSIO, Arcivescovo di Lecce. La commozione è stata grande, come grande, per la Congregazione, è stata questa “piccola donna”. Sembra un gioco di parole, ma realmente esprime l’umile grandezza di questa sorella, madre, educatrice dei sordi.

È difficile sintetizzare in poche righe la sua biografia; mi limito, pertanto, a pochissime informazioni per tracciare brevemente il suo profilo. È nata in Trepuzzi (LE) il 28 novembre 1914; l’anno prossimo avrebbe compiuto 100 anni. I sordi e molte sorelle si preparavano a festeggiarla, ma lei indicando il cielo affermava: ”… festeggerò in cielo”.

È entrata in Congregazione nel 1931, all’età di 17 anni. Rileggendo con l’ottica di Dio, la vita di Madre Chiarina: ha cercato sempre la gloria di Dio e il bene della Congregazione.

Possiamo, infatti, affermare, senza paura di sbagliare, che ha amato la Congregazione distinguendosi per spirito di sacrificio e dedizione agli ultimi, specialmente ai sordi, rendendo fecondo l’“EFFATA” del nostro Padre, che ha continuato e realizzato nel tempo con tenacia instancabile, fede ardente e carità coraggiosa e operosa.

Durante il suo mandato di Superiora Generale, precisamente nel 1972, attenta e docile alle mozioni dello Spirito, ha avuto il grande coraggio di varcare gli oceani e dare inizio alla missione in Brasile. Non erano tempi facili e, nell’intraprendere tale ardua missione, avrà sperimentato dubbi, paura, difficoltà di ogni genere.
Madre Chiarina era ben consapevole che, come lei stessa soleva dire, “Tutte le opere di Dio sono contrassegnate dalla croce”, e che il maligno tenta sempre di scoraggiare e demolire; ma proprio le difficoltà divenivano per lei occasione preziosa per alimentare la fiducia in Dio e l’abbandono alla sua santa volontà.

Ad una sorella, inviata in missione e che, probabilmente, le presentava difficoltà dovute alla carenza di forze, di energie, diceva: “È sempre Lui quello che ci deve guidare, a noi la docilità e la vigilanza per scorgere la Sua volontà. È veramente misteriosa la volontà di Dio, ma … quanto bella!!!!!”.

Terminato il delicatissimo compito di Superiora generale nel 1979, ha accettato l’obbedienza nell’Istituto Smaldone di Lecce, con il ruolo di segretaria fino al 2005.

Madre Chiarina era una donna innamorata di Cristo! Di LUI parlava con la vita, era evidente in tutta la sua persona la passione per Cristo. La preghiera per lei non era semplice pratica ma incontro, relazione, scambio con lo Sposo. L’andare in cappella, ricevere Gesù Eucarestia, salutare Gesù nel tabernacolo non è mai stata un’abitudine.

Madre Chiarina aveva chiaro il senso del servizio. Sempre pronta per il suo dovere, niente per se stessa, ma sempre disponibile al servizio di Cristo in ogni sorella … non amava privilegi Era semplice, povera … ma coglieva il vero bisogno dell’altro. Ad una sorella diceva: “Finché abbiamo tempo e possibilità diamo con generosità tutto quello che abbiamo ricevuto da Gesù”. I doni di cui era dotata non li ha mai ritenuti suoi, ma ricevuti gratuitamente da Dio e altrettanto gratuitamente e generosamente li ha messi a disposizione.

Ancora, parlando alle giovani, raccomandava la vera carità: “Il vostro specchio sia il Vangelo, siate sensibili ai veri bisognosi della nostra opera caritativa, che non sono soltanto quelli che, facilmente, consideriamo poveri sotto l’aspetto “fisiologico”, ma quell’altro più “pesantuccio”, quello psicologico, che richiede comprensione benevola, pazienza, perdono, amore grande. Rivolgendomi a Madre Chiarina, la cui presenza rimane libera da ogni fragilità umana e viva in ciascuna di noi, sento di dire: Sorella e madre, grazie per quello che sei stata per la nostra famiglia religiosa: una madre che ha cercato sempre e soltanto il bene delle figlie! Ora veglia su di noi con lo stesso amore materno di sempre, insieme al nostro Santo Fondatore. Finalmente hai acquisito, con la tua vita esemplare, il diritto al meritato riposo, che da tempo sognavi e desideravi.

Grazie ancora per quel “SÌ” che hai rinnovato ogni giorno, dopo quel primo, compiendo la sua santa volontà. L’ultima obbedienza, l’ultimo “SÌ” è stato come quello di sempre: in silenzio, proprio come volevi. L’unica cosa che hai preteso e ottenuto è stata di lasciare questa dimora in mezzo alle tue sorelle e non in ospedale.
Madre Maria Longo. Da L'Opera di Filippo Smaldone 

PER SAPERE DI PIU'
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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla) 
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini