venerdì 25 aprile 2014

San Marco (I sec.) evangelista e seguace di S. Paolo e di S. Pietro

 
Ebreo di origine, nacque probabilmente fuori della Palestina, da famiglia benestante. San Pietro lo chiama «figlio mio» e lo ebbe certamente con sé nei viaggi missionari in Oriente e a Roma, dove avrebbe scritto il Vangelo. Oltre alla familiarità con san Pietro, Marco più tardi fu anche al fianco di san Paolo. Nel 66 san Paolo ci dà l'ultima informazione su Marco, scrivendo dalla prigione romana a Timoteo: «Porta con te Marco. Posso bene aver bisogno dei suoi servizi». L'evangelista probabilmente morì nel 68, di morte naturale, secondo una relazione, o secondo un'altra come martire, ad Alessandria d'Egitto.

Secondo una leggenda due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo nell'828 nella città di Venezia.   Il 25 aprile la sua festa.

Marco con il suo vangelo ci esorta: “Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15)… “anche ai sordomuti”, aggiungerà il Venerabile Don Giuseppe Gualandi, fondatore delle congregazioni dei religiosi della Piccola Missione per i Sordomuti  e delle Suore della Piccola Missione per i Sordomuti. Oltre al celebre racconto della guarigione del sordomuto, il miracolo dell’EFFATA’, (7,31-37), Marco ci presenta anche la guarigione dell’epilettico “sordo e muto”:

Sceso dal Monte Tabor Gesù vide una grande folla agitata che parlava con i suoi discepoli e “Domandò loro: -Perché disputate con essi?- Uno della folla gli rispose: -Maestro, ti ho condotto mio figlio che ha uno spirito muto: dovunque se ne impossessa lo atterra e il ragazzo fa la schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce; ho detto ai tuoi discepoli di cacciarlo, ma non hanno potuto -. Egli rispose loro e disse: -...Conducetelo a me- e glielo portarono.  Gesù vedendo la folla accorrere, sgridò lo spirito immondo e disse: -Spirito sordo e muto, io te lo comando, esci da lui e non entrarci più-. Lo spirito gridando e straziandolo forte uscì…”  (Mc. 9, 14ss).
P. Vincenzo Di Blasio
 
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