mercoledì 9 luglio 2014

L'indecente vicenda della chiusura del Convitto per Sordi di Torino


Con una decisione improvvisa presa ad anno scolastico terminato da un mese, l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte ha deciso di negare l'organico al Convitto Nazionale per Sordi di Torino e ha proposto al Ministero dell'Istruzione Università Ricerca di chiudere questa storica istituzione educativa.


Il Convitto per Sordi di Torino era in crisi da anni ed ha sofferto di un totale abbandono sia da parte degli uffici del Ministero, sia da parte dell'ex Rettore del Convitto.

Da molto tempo i non udenti provenienti da fuori città vengono indirizzati verso altri istituti educativi privati come la Scuola per Sordi di Torino con sede a Pianezza, e l'attenzione verso quello che rimane la prima istituzione educativa specificamente pensata per i non udenti era drammaticamente crollata.

Perché è successo questo? Perché dal 1992 non vengono più organizzati corsi di formazione in LIS (Lingua dei Segni Italiana) per gli educatori. In questo modo il personale specializzato è venuto via via meno; l'assenza di educatori specializzati ha limitato la fiducia delle famiglie dei non udenti nei confronti di quest'istituzione e il numero di sordi iscritti è calato fino a ridursi al di sotto delle dieci unità.

Questa situazione che oggi viene evocata dall'USR per giustificare la richiesta di chiusura è stata creata negli anni e nessun dirigente scolastico ha mai pensato di porvi rimedio. Ancora diciotto mesi la CUB Scuola Università Ricerca ha proposto all'USR di organizzare corsi di formazione per educatori che avrebbero potuto rilanciare l'offerta del Convitto; molte colleghe e colleghi si erano detti disposti a lavorarenel senso di costruire un'immagine positiva del Convitto per Sordi presso le famiglie di non udenti; la CUB SUR aveva proposto di utilizzare il fondo d'istituto del Convitto per organizzare attività semiconvittuale aperte ai non udenti della città, anche in collaborazione con l'ISIS IPSIA Magarotto.

A tutte queste sollecitazioni non è stata data risposta. Ora sappiamo perché! Qualcuno si era già convinto della necessità di chiudere il Convitto per Sordi ed ha operato perché nulla cambiasse nella sua agonia!

Ora la sospensione delle attività avviene a Luglio, con decine di colleghe e colleghi che hanno già aggiornato le graduatorie del Personale Educativo sicuri del fatto che i posti presso il Convitto per Sordi ci sarebbero stati anche per l'anno scolastico 2014-15.

Ora, la beffa. In quanti avrebbero potuto scegliere un'altra destinazione essendo consci della diminuzione di posti? Ora in quanti rischiano di non lavorare per i prossimi tre anni grazie all'improvvida mossa dell'USR? E' questo la “nuova attenzione” del governo Renzi verso la scuola italiana?

Una prestigiosa istituzione pubblica viene chiusa avvantaggiando la concorrenza privata, quindici o più educatori ed educatrici vengono condannati alla disoccupazione, allungando il numero dei precari della scuola cacciati dai diversi governi in questi cinque anni, mentre le famiglie dei non udenti perdono quello che avrebbe potuto tornare ad essere un punto di riferimento educativo in questa città.

La CUB scuola chiede con forza:
- al Ministero di non accettare la chiusura del Convitto nazionale per Sordi di Torino, al contrario di rilanciarlo prevedendo l'organizzazione di corsi in LIS per educatori ed educatrici e l'organizzazione di attività semiconvittuali aperte alla città

- all'USR ed all'UST di organizzare progetti di lavoro che coinvolgano tutte le scuole cittadine utilizzando il personale educativo precario per realizzare l'apertura pomeridiana delle scuole che il sottosegretario Reggi vuole svolgere aumentando l'orario dei docenti a parità di salario nell'immediato la riapertura delle graduatorie del personale educativo in modo che colleghe e colleghi precari possano scegliere se restare in provincia di Torino o spostarsi in altre provincie.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Stefano Capello
Fonte: pane-rose.it (8 luglio 2014)
 
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