venerdì 20 maggio 2016

A Milano nel 1898 il primo Congresso di beneficenza "pei Sordomuti" e la costituzione dell'Associazione «Benefica Sordoparlanti»

Ho reperito nella Biblioteca "Benefica-Cardano", un interessante volume, «Primo Congresso di beneficenza pei Sordomuti in Milano» - 185 pagine, stamperia "Pulzato" -  risalente all'aprile 1898, e mi affretto a farlo conoscere agli studiosi e ai sordi interessati. Dopo il Congresso degli Educatori dei sordomuti, tenutosi a Genova nel 1892, si scelse Milano come sede di un apposito Comitato  da costituirsi e, dopo alcuni scambi di opinioni  fra personalità interessate, il 14 aprile 1893 si tenne un'adunanza preliminare di persone benemerite dei sordomuti per costituire un Comitato che fu chiamato  «Comitato in Milano per diffondere l'educazione dei Sordomuti».

Il Comitato  rivolse le sue prime cure alla vicina Provincia di Como, ove contribuì a fondare un Istituto che assicurava l'istruzione ai sordomuti e poi, riconosciuta la necessità di assistere adeguatamente i sordomuti, nel 1895, in conformità del suo Statuto, decise di istituire  a Milano l'Associazione Benefica Sordoparlanti, con lo scopo di soccorrere i sordoparlanti di tutta Italia.La sede di quella nuova associazione era in Via Galvani, poi due anni dopo, nel 1897, fu trasferita in Via Melchiorre Gioia 47, con annessa  una officina di calzoleria, a cui fu data disponibilità di lavoro anche da parte del Municipio di Milano.

Il Comitato «… misurando la grandezza delle difficoltà incontrate nell'attuazione dell'opera sua...»,
desiderava che tutti comprendessero la gravità che colpisce il sordomuto, e che si provvedesse a fornire d'istruzione quei sordomuti che fino allora ne restavano  privi. Accogliendo la proposta avanzata da don Luigi Casanova, Rettore del Pio Istituto Sordomuti di campagna, di tenere in Italia un primo Congresso Nazionale di Beneficienza pei sordomuti, stabilisce di istituire un «Comitato per diffondere l'educazione dei non udenti», formato da personaggi autorevoli: 

Il Comitato si riunì il  4 aprile 1897 «… per accertarsi se il proposito di tenere il Congresso potesse essere favorevolmente accolto dalla pubblica opinione…». Telegrammi di adesione giungono sia dai media, sia dalle massime Istituziobi, fra cui il Sottosegretario di Stato, il Ministro della Pubblica Istruzione, Sua Maestà la Regina d'Italia, il Sindaco, il Prefetto e l'Arcivescovo di Milano, quindi il Comitato decide di indire il Congresso dal 21 al 23 aprile 1898, nella Sala Ducale del Castello Sforzesco del capoluogo lombardo. Presidente onorario del Congresso è designato l'Avv. Adamo Degli Occhi, uno dei maggiori esponenti politici e del tempo,  il quale in apertura dei lavori legge il Regolamento, formato di 16 articoli, dove nel primo comma si evidenzia che «Il Congresso vuole richiamare l'attenzione del pubblico a favore dei sordomuti d'Italia, perché a tutti sia impartita la necessaria istruzione», e al 16° comma è precisato che «All'entrata dei locali del Congresso, i membri del medesimo dovranno sottoscrivere la lista di presenza», quella copia trovata nel volume e riportata nella foto.

Giovedì 21 aprile 1898 il conte d'Adda (di antichissima famiglia nobiliare milanese), apre i lavori: «In nome di S.M. la Regina,dalla quale ho avuto l'incarico di rappresentarla,dichiaro aperto il Congresso. Cedo la parola all'onorevole Presidente del Comitato, l'avvocato Adamo Degli Occhi».il quale a sua volta dichiara: «Coll'animo commosso e con un sentimento di profonda compiacenza per Milano, altera di accogliere tanti e così valorosi cultori di una riforma eminentemente pietosa, io porto a nome del Comitato un saluto a quanti intendono a questa opera santa di riparazione sociale», e conclude il suo accorato discorso introduttivo: «A voi il saluto della mia città, la riconoscenza di tutti i buoni, l'augurio che i vostri studi siano coronati  da quel felice risultamento e le vostre istituzioni trovino l'appoggio e lo sviluppo di cui hanno tanto bisogno». Quindi, come consuetudine, chiede di nominare il presidente effettivo del Congresso, proponendo il senatore Edoardo Porro, che è accettato e assume il prestigioso incarico.

Nella ricapitolazione della storia, Porro ricorda che «… dovettero passare secoli e secoli prima che la Provvidenza divina plasmasse l'uomo che riconoscesse la possibilità d'istruire i sordomuti… e questo uomo fu Girolamo Cardano, nel 1500… anche se il vero redentore del sordomuto fu, due secoli dopo  in Francia, l'Abate de l'Epèe, dimostrando che il sordomuto, con appositi metodi, poteva essere istruito…». Su questi dati, si chiusero i lavori della prima giornata.

Nella seconda giornata, venerdì 22 aprile 1898, è relatore Il cav. Avv. Natale Zucchi, che espone (il testo è contenuto in 15 pagine), la condizione giuridica del sordomuto in Italia, a quel tempo, ricordando il Congresso di Milano 1880, e osservando che «… se dal 1880 i nuovi metodi pedagogici tanti progressi apportarono nella istruzione dei sordomuti, invece le leggi sono rimaste immutate… », come pure l'art. 340 del Codice Civile  e  rimarca che «… ingiustizia  vera mi sembra il diniego quello dell'elettorato… per cui i sordomuti si trovano di fronte, in Italia ad una evidente ingiustizia… tanto più che la nostra è la patria di Cardano, dell'Assarotti, del Penfola, del Tarra!», per cui lancia una proposta di voto su cui il Congresso è chiamato a deliberare, e il presidente Edoardo Porro afferma che «…lo  splendido lavoro che abbiamo udito apre il campo a quella feconda discussione, dalla quale dovranno venire i corollari che presenteremo all'autorità governativa come i desiderati del Congresso…», e dopo ampia discussione, la nuova seduta conclusiva è fissata per il giorno successivo.

Sabato 23 aprile 1898  il Presidente  Porro legge un telegramma appena ricevuto dalla Regina Margherita di Savoia che «…segue con vivo interesse i lavori del Congresso, che ne è sicura sarà fecondo di bene…», quindi viene votata e approvata la mozione da inviare al Governo:

«Il Congresso per i sordomuti in Milano, radunato in Assemblea plenaria, 21-23 aprile 1898, in base alla relazione sulla condizione giuridica dei sordomuti, fa voti
che il potere legislativo italiano provveda sollecitamente perché, riparando alla dimenticanza ed abbandono in cui sono lasciati i sordomuti di fronte alle leggi di ordine sociale, e particolarmente alla legge sull'istruzione obbligatoria, vengano tolte dal campo del diritto pubblico e privato quelle restrizioni, quelle incapacità, che non hanno più ragione d'essere per i sordomuti istruiti colla parola ed alla parola e dichiarati abili dall'apposita Commissione di proscioglimento.
Avv. N. Zucchi, Avv. A. Vismara, Avv. C. Cavagnani, Avv. D. Giussani»

Marco Lué



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